I tagli Irpef sul secondo percettore di reddito incoraggiano la natalità infantile?


Lo scorso 11 aprile il Governo ha presentato il Programma nazionale di riforma che presuppone l’avvio di misure a sostegno del secondo percettore di reddito e, quindi, dell’occupazione femminile.

Per l’81 per cento dei casi, infatti, nelle famiglie bi-reddito italiane il secondo percettore è una donna: grazie a queste misure, aumenteranno le agevolazioni fiscali su nuclei di spesa per la cura dei bambini precedentemente non previsti, quali babysitter, centri estivi e altre attività, al fine di incoraggiare la partecipazione femminile al mercato del lavoro in modo continuato.

Soluzioni di questo tipo, secondo molti, potrebbero concretamente favorire la scelta di avere più di un figlio per molte coppie. Un apporto importante considerata la situazione demografica italiana, dove si registra ormai da diverso tempo un bassissimo tasso di natalità (486 mila natali nel 2014 contro i 474 mila del 2016) e di conseguenza un’età media molto elevata (44.9).

Il nesso tra occupazione femminile, agevolazioni fiscali e percentuale delle nascite è già stato comprovato dalle analisi comparate in diversi paesi sviluppati, relazione trasformatasi positivamente rispetto al passato negli stati che hanno adottato politiche a favore della parità di genere.

L’attuazione del Programma da parte del governo risponderebbe quindi a diversi fenomeni sociali importanti: da un lato la necessità di sostenere l’occupazione femminile anche dopo la nascita dei figli, incoraggiando allo stesso tempo la fecondità, dall’altro contrastare la povertà delle fasce più giovani.

Per un approfondimento leggi Chiara Rapallini su lavoce.info.